User Experience: cos’è e perché è importante

Paolo Martorano
Aggiornato il 09/11/2022

Hai presente quella sensazione gratificante che provi quando un vestito nuovo ti calza alla perfezione al primo colpo, come se qualcuno lo avesse cucito su misura per te?

Beh, questo è un esempio rapido e concreto di quello che i tuoi utenti dovrebbero provare durante la loro esperienza sul tuo sito, sulla tua app o nell’utilizzo di un tuo prodotto.

Sappiamo bene che non è sempre così e il motivo è semplice: non tutto quello che ci circonda è stato progettato tenendo conto delle persone, delle loro abitudini e dei loro bisogni.

Indice dei contenuti

Come la User Experience può migliorare il tuo business

L’esperienza non è altro che il modo in cui le persone percepiscono – e di conseguenza valutano – prodotti e servizi, sia fisici che digitali. Il risultato nasce dal mix tra estetica, usabilità ed emozioni provate durante il loro utilizzo.

Mettere il cliente al centro, nello studio di un prodotto o servizio, vuol dire anche pianificare con buon senso per prevenire problemi futuri.

Ora veniamo al dunque, quali sono i benefici della User Experience:

  • Conoscere meglio i clienti: attraverso le interviste, i sondaggi e i test puoi scoprire molto più di quello che credevi possibile sul tuo pubblico. Questo può aiutarti a personalizzare i tuoi strumenti e – di conseguenza – la tua comunicazione, seguendo le loro aspettative.
  • Prevenire e risolvere i problemi: il focus della UX è la ricerca e la risoluzione dei problemi dei tuoi utenti. Grazie a questo puoi prevedere e prevenire errori nella progettazione iniziale, riducendo quindi i costi per probabili interventi futuri.
  • Fidelizzare gli utenti: un’esperienza positiva porta i tuoi visitatori a compiere le azioni che vorresti, trasformando gli utenti in clienti fidelizzati nel tempo. Ricorda: un cliente soddisfatto porta non solo più affari, ma anche un passaparola positivo sull’attività.

Riassumendo: investire nella User Experience porta benefici ai tuoi clienti e, di riflesso, ai tuoi affari.

L’esperienza utente non è solo digitale

Negli ultimi tempi, il termine User Experience è stato utilizzato prevalentemente nel campo dei prodotti digitali, ma è da sempre (o almeno dovrebbe) l’approccio alla base della progettazione di ogni cosa.

Infatti, sia un UX Designer nella progettazione di un’app, che un Product Designer nella progettazione di un elemento d’arredo, tengono conto dei dati rilevanti del pubblico che andrà ad utilizzare il loro prodotto.

In questo momento può sembrarti improbabile ma, se fai attenzione, puoi renderti conto di quanti prodotti di uso quotidiano siano stati progettati male. Pensa ad esempio a quante volte non sei riuscito ad inserire una chiavetta usb nel verso giusto al primo colpo.

Prodotto vs Esperienza

Se ancora non sono stato chiaro sul concetto di UX, ti mostro la differenza tra il progettare un prodotto e un’esperienza:

User Experience: prodotto vs esperienza.

Queste due confezione contengono entrambe del ketchup. Qual è allora la differenza?

Nel tempo la Heinz, l’azienda produttrice, ha deciso di migliorare l’esperienza dei suoi clienti investendo nel redesign del packaging per un motivo ben chiaro.

La vecchia bottiglia, contrariamente alla nuova, venne progettata tenendo in considerazione solo l’estetica della confezione. La nuova versione, invece, nasce come soluzione ad un problema: far scendere rapidamente la salsa, anche quando la bottiglia non è piena, evitandone sprechi.

In poche parole: il desiderio dei clienti è stato tradotto in un prodotto.

Il ruolo delle abitudini nella User Experience

L’esperienza viene fortemente influenzata dalle nostre abitudini, acquisite a seguito di azioni ripetute, che condizionano inevitabilmente il nostro modo di vivere e di percepire le cose.

Oggi diamo per scontato la funzione di un’icona a forma di carrello, che la “x” serva per chiudere una finestra e quali azioni compiere per acquistare un prodotto.

Questo perché sono azioni entrate ormai a far parte del nostro background, delle nostre abitudini, della nostra cultura.

L’influenza dei grandi brand sulle nostre abitudini

Prova a pensare ad una delle novità digitali degli ultimi anni: le Stories. Introdotte per la prima volta da Snapchat, per poi essere lanciate su Instagram, hanno stravolto letteralmente il modo di comunicare delle persone.

Oggi il 32% degli Italiani preferisce guardare Stories anziché leggere un post nel feed, percentuale che raggiunge il 52% nella fascia 15-24 anni. (fonte: Blogmeter)

Queste anteprime tonde dai simpatici contenuti a tempo, sono diventate così familiari e attraenti, che anche altre piattaforme come Facebook e WhatsApp, le hanno introdotte sui propri canali, replicandone alla perfezione funzioni e layout grafico.

Questo non perché non avessero altre idee, né tanto meno perché la forma quadrata fosse meno bella di quella tonda. Piuttosto perché ormai avevamo acquisito quell’esperienza, distinguendo le storie da altri contenuti in base a determinate caratteristiche grafiche.

Proprio per questo, quando si progetta un’esperienza utente – specialmente se non si ha un budget da investire in ricerca – bisogna tener conto dei layout utilizzati da brand più noti. Questo perché loro investono molti soldi in ricerca e test per studiare le abitudini digitali del proprio pubblico.

Per rimanere aggiornato sulle novità Discovery, iscriviti alla newsletter –>

Paolo Martorano

Paolo Martorano

UX/UI designer, art director e co-fondatore di Then e Discovery. Da oltre 10 anni progetto esperienze digitali.

Fallo scoprire anche ai tuoi amici.

Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su linkedin
Condividi su whatsapp
Condividi su email
Condividi su telegram

Funzione riservata agli iscritti.

Iscriviti gratuitamente a Everythinx e accedi subito a funzioni e contenuti premium.

Hai già un account? Accedi